Contenuti
Introduzione
Su Questa Traduzione – I Quaderni di Alan
Il Quaderno degli Yoga Sutra di Alan
Quando si parla degli Yoga Sutra di Patanjali, i principali insegnamenti orali che ho ricevuto provengono dall’India, e più precisamente da due aree: Rishikesh prima e Mysore dopo.
Se non sei familiare con la geografia e la storia indiana, Rishikesh è una città sacra situata nel nord dell’India, ai piedi dell’Himalaya, sulle rive del fiume Gange. Rishikesh è considerata la Capitale dello Yoga nel mondo e, per molti, il luogo di nascita dello Yoga.
Mysore si trova nel sud dell’India, è stata la capitale del Regno di Mysore per quasi sei secoli ed è oggi la Capitale Culturale del Karnataka, giustamente considerata il luogo di nascita dello Yoga moderno, espresso principalmente sotto forma di Ashtanga Vinyasa Yoga.
Gli insegnanti esperti e gli studiosi di sanscrito con cui sono venuto in contatto non si limitavano a fornire insegnamenti sugli Yoga Sutra di Patanjali, ma rappresentavano anche una risorsa preziosa a cui potevo rivolgermi per approfondire la comprensione di altre fonti testuali, delle diverse traduzioni e dei commenti agli Yoga Sutra, nonché di alcune tra le Upanishad più rilevanti.
Quindi, cosa troverai in queste pagine? In che modo questa traduzione degli Yoga Sutra potrebbe esserti utile?
Gli Yoga Sutra di Patanjali sono una raccolta di aforismi, considerati la prima sistematizzazione dello Yoga. In altre parole, gli Yoga Sutra di Patanjali sono il primo manuale pratico di Yoga.
Consideriamo tre caratteristiche degli Yoga Sutra:
1. Sono stati scritti molti anni fa, quindi per un pubblico diverso da quello che li legge oggi.
…sì, c’è stato un tempo in cui smartphone e internet non esistevano ancora 😉…
2. Sono sutra, quindi il loro significato è trasmesso usando solo il numero di parole strettamente necessario. Una delle ragioni per questo è facilitarne la memorizzazione.
3. Sono stati scritti in sanscrito, una lingua che, per sua natura, consente di compilarli usando una piccola quantità di parole. Ma, per la stessa ragione, è anche una lingua che a volte apre a interpretazioni l’uso preciso di molti termini, specialmente quando un sutra è tradotto in un’altra lingua.
A quanto detto sopra si aggiunge il fatto che il percorso Yoga è un percorso esperienziale, che tiene conto e si adatta alle diverse inclinazioni personali di ognuno di noi.
Tutto questo ha portato ad una moltitudine di insegnamenti orali, traduzioni e commenti dello stesso testo, che a volte differiscono leggermente e altre volte in modo evidente. Ad esempio, una traduzione e un commento dei sutra realizzati da uno studioso di sanscrito che non è un praticante di Yoga probabilmente avrà una solida presentazione accademica, ma potrebbe mancare della comprensione esperienziale portata dalla pratica quotidiana.
Un altro esempio potrebbe essere un praticante che è uno studioso di sanscrito e proviene da una famiglia di yogi che credono in Dio e sono estremamente devoti nel loro approccio. La sua traduzione e il suo commento dei sutra rifletterebbero sicuramente la sua cultura religiosa, mentre lo Yoga non è una religione.
Nessuno di questi punti di vista è sbagliato e nessuno di essi può essere considerato la versione giusta. Ma allora come possiamo uscire da questa situazione, evitando di diventare frustrati e gettare via la nostra copia degli Yoga Sutra di Patanjali?
Un modo è sicuramente quello di diventare uno studioso di sanscrito, dedicare anni per acquisire conoscenza e affinare la propria capacità di comprensione della lingua. Questo sarebbe fantastico, se lo desideri, prosegui per questa strada. Io ho cominciato a studiare sanscrito e continuo tutt’oggi, è un impegno a lunga scadenza, che probabilmente porterò avanti per la vita.
Se però non hai intenzione di dedicarti allo studio del sanscrito non disperare. Non credo che oggi sia per forza necessario diventare un esperto di sanscrito per poter trarre vantaggio dagli Yoga Sutra. Del resto quello che ci interessa è raggiungere una comprensione di un concetto che va oltre le parole usate per descriverlo, parole che per loro stessa natura sono limitate. Inoltre “risuoniamo” tutti con approcci diversi, e il nostro afferrare lo stesso concetto (il momento “Aha!”), può avvenire con l’uso di termini diversi o in situazioni e tempi differenti.
Mentre iniziavo a studiare questi sutra, avevo un testo che conteneva una traduzione e un commento e un insegnante che spiegava qualcosa di diverso, così cominciai a prendere appunti sulle differenze. Poi acquistai una traduzione e un commento di un altro autore scoprendo altre differenze, e poi un altro insegnante, e un altro libro, e così via…
…eh si, Il mio piccolo ingegnere interiore si è risvegliato e si è tuffato senza risparmiarsi nella riorganizzazione, nel confronto e nell’ottimizzazione delle informazioni 😉…
Dopo alcuni anni ero in grado di ascoltare un insegnamento sugli Yoga Sutra o leggere una traduzione con maggiore facilità, comprendendo che il significato che utilizzavano, la traduzione adottata non erano così rigidi, ma più legati al compilatore del testo o all’esperienza personale dell’insegnante.
Ho quindi iniziato a compilare il mio Quaderno degli Yoga Sutra una sorta di traduzione realizzata per confronto tra tutte le fonti con cui sono stato in contatto. Inizialmente il mio quaderno era intenzionalmente senza commenti e interpretazioni, usato più come riferimento “neutro” per lo studio con qualsiasi insegnante o testo. Un supporto per l’investigazione e la riflessione personale.
Adesso, anche per migliorare il mio percorso di studio del sanscrito, ho deciso di riprendere in mano questo quaderno e di revisionarlo, aggiungendo commenti e interpretazioni in chiave moderna, che possano essere utili nella vita quotidiana. È un tentativo di bilanciare fedeltà al testo e accessibilità, affinché le intuizioni dei sutra possano risuonare nella vita di chiunque. Forse sarà utile anche a te, proprio come lo è per me nel mio percorso.
Ecco, questa sarà una revisione in cui metterò tutto me stesso. Mi approccio a questo lavoro con grande rispetto e una sana dose di umiltà, consapevole della profondità e complessità di ogni sutra. Cercando di seguire l’esempio del bodhisattva Shantideva nel suo Bodhicharyavatara, considero questo progetto innanzitutto un aiuto per me stesso, un modo per familiarizzare con la saggezza contenuta in questi insegnamenti. Con la speranza che possa essere di vantaggio a chi condivide questi interessi o fosse anche semplicemente curioso di esplorare questo antico testo.
Qualsiasi errore tu possa trovare nelle pagine seguenti è dovuto alla mia mancanza di comprensione e non ai miei insegnanti.
Spero che tu possa trarre vantaggio da questo testo. Om Shanti 🙏
Prima di addentrarci nella descrizione degli Yoga Sutra di Patanjali, è il caso di capire cosa li rende così importanti. Gli Yoga Sutra parlano di Yoga, e fin qui tutto chiaro. Ma quindi, che cos’è lo Yoga?
A questo punto potremmo iniziare a usare una serie di termini che ne evidenziano un aspetto piuttosto che un altro: un modo per mantenere il corpo flessibile, uno strumento di esplorazione interiore, una forma di preghiera, meditazione in movimento, tecniche di respirazione consapevole, un rituale… Ma, rimanendo focalizzati sull’obiettivo di introdurre gli Yoga Sutra, lo Yoga in questo contesto può essere definito come una delle vie che portano alla realizzazione del Sé. È una delle darśana indù (visioni, punti di vista filosofici), volta a scoprire la vera natura del Sé e della realtà ultima.
Lo Yoga, insieme ad altre cinque darśana (Sāṃkhya, Nyāya, Vaiśeṣika, Pūrva-Mīmāṃsā e Vedānta), fa parte delle filosofie ortodosse (āstika), ovvero quelle che riconoscono i Veda come testi sacri e fonte di sapere ultimo. Ci sono poi le filosofie eterodosse (nāstika), ossia quelle che non attribuiscono questa autorità ai Veda (Buddhismo, Giainismo, Charvaka, Ajñana).
Nota: i Veda sono i quattro testi canonici sacri per gli Indù, risalenti intorno al secondo millennio a.C., un po’ come la Bibbia per i cristiani, il Corano per i musulmani, la Torah per gli ebrei o i canoni cinese, pāli o tibetano per diverse tradizioni buddhiste.
…ok, mi fermo qui con la serie di termini complessi. Alla fine di questa pagina, ho incluso un rapido elenco di riferimento dei termini in sanscrito e paroloni utilizzati, da lì puoi partire per fare ulteriori ricerche in caso fossi interessato ad approfondire ulteriormente.
Credo sia chiaro che parlare di Yoga va un po’ oltre l’ultimo post che hai visto sui social media, con qualcuno che fa la verticale su una mano sola davanti a un albero in fiore con il cielo azzurro di sfondo… 😉 Ah, forse avrai anche notato che sono buddista e pratico e insegno Yoga, quindi negli anni ho dovuto trovare un modo per colmare la distanza fra due rami filosofici differenti… ma questa è un’altra storia. Mi ci sono voluti quasi vent’anni passati in India…
Gli Yoga Sutra di Patanjali sono forse la forma più semplificata delle scritture yogiche, e la loro conoscenza è imprescindibile per gli studenti quanto per gli insegnanti. Entrambi, infatti, sono praticanti di Yoga e seguono la darśana dello Yoga.
In senso lato gli Yoga Sutra di Patanjali possono essere visti come una versione semplificata della Bhagavad Gita, che a sua volta può essere considerata una versione semplificata delle Upaniṣad, le quali, infine, si possono vedere come una versione semplificata dei Veda. Conoscere gli Yoga Sutra, quindi, rappresenta il primo passo necessario per affinare la nostra capacità di comprensione preparandoci ad affrontare testi più complessi e procedere nel nostro percorso di crescita.
…eh già, perchè prima si impara a camminare e poi si corre…personalmente, ho cominciato a “navigare” gli Yoga Sutra una ventina di anni fa e, durante questo periodo, ho avuto la fortuna di scoprire diversi approcci. Ho letto e studiato numerose traduzioni e commenti, ho partecipato a satsang e insegnamenti a Rishikesh, ho studiato e memorizzato i sutra con insegnanti che considero preziosi nel mio cuore a Mysore.
L’approccio tradizionale prevede la memorizzazione e il canto dei sutra (sì, si memorizzano anche prima di comprenderne il significato, proprio come avviene ancora oggi per i monaci buddisti tibetani — tienilo a mente in caso ti trovassi a passare una notte in monastero: alle 5 del mattino ci sono le ripetizioni ad alta voce per memorizzare). Quello che ho trovato ancora più interessante, però, è stato partecipare a satsang in cui venivano trattate solo alcune parti specifiche dei sutra alla volta.
A differenza della visione a cui siamo abituati noi occidentali, che tendiamo a cercare il “pacchetto completo”, si contrappone una prospettiva che considera il “pacchetto completo” in ogni singolo sutra…
Bene! direi che adesso siamo pronti per cominciare a conoscere un pò meglio gli Yoga Sutra.
Origine e Autore
Gli Yoga Sutra sono un testo fondamentale nella filosofia e pratica dello yoga, attribuito al saggio indiano Patanjali, vissuto probabilmente intorno al II secolo a.C. Patanjali è una figura centrale nello sviluppo del pensiero yogico, e il suo lavoro continua a ispirare praticanti e studiosi di yoga in tutto il mondo.
Struttura Yoga Sutra
Gli Yoga Sutra sono composti da 196 sutra (aforismi) suddivisi in quattro capitoli (Pada), ognuno dei quali esplora un aspetto specifico del percorso yogico. Gli aforismi sono brevi e concisi, progettati per essere facilmente memorizzabili, ma racchiudono una profondità di significato che richiede un’interpretazione attenta e una pratica diligente.
Samadhi Pada: tratta della meditazione e della realizzazione
Sadhana Pada: si concentra sulla pratica e i mezzi per raggiungere l’obiettivo yogico
Vibhuti Pada: esplora i poteri e i risultati derivanti dalla pratica
Kaivalya Pada: affronta il tema della liberazione e della separazione dall’illusione
Obiettivo Yoga Sutra
Il principale obiettivo degli Yoga Sutra è fornire una guida pratica per raggiungere la quiete mentale e l’auto-realizzazione attraverso la pratica dello yoga. Coltivare e rafforzare la mente è l’essenza della pratica yogica. Patanjali descrive un processo in cui il controllo e la calma della mente portano a uno stato di chiarezza, permettendo di scoprire la propria vera natura. Moksha, o liberazione, è considerato il culmine di questo percorso, rappresentando la liberazione dal ciclo di nascita e morte (samsara) e l’unione con il divino o la realtà ultima.
Temi Principali
Gli Yoga Sutra trattano una vasta gamma di temi rilevanti per la pratica dello yoga e la filosofia della vita. Alcuni dei temi principali includono:
Citta Vritti Nirodha: la definizione di yoga come il controllo delle fluttuazioni della mente
Ashtanga Yoga: il sentiero delle otto rami, che include:
- Yama: codici etici e morali
- Niyama: disciplina personale
- Asana: posture fisiche
- Pranayama: controllo del respiro
- Pratyahara: ritiro dei sensi
- Dharana: concentrazione
- Dhyana: meditazione
- Samadhi: stato di beatitudine e illuminazione
Klesha: gli ostacoli o afflizioni mentali come l’ignoranza, l’egoismo, l’attaccamento, l’avversione e la paura della morte
Purusha e Prakriti: la distinzione tra il vero sé (purusha) e la natura materiale (prakriti)
Importanza e Influenza
Gli Yoga Sutra di Patanjali sono considerati uno dei testi più autorevoli sulla pratica dello Yoga, fornendo una guida chiara e sistematica del cammino yogico. I sutra uniscono elementi pratici e teorici, rendendo accessibili concetti complessi. La loro influenza si estende oltre il contesto dello yoga, arricchendo vari aspetti della filosofia indiana e della spiritualità, e continuano a ispirare praticanti e studiosi in tutto il mondo.
Applicazioni Moderne
Oggi, gli Yoga Sutra continuano a essere studiati e praticati da yogi di tutto il mondo. Le loro intuizioni senza tempo offrono strumenti preziosi per affrontare le sfide della vita moderna, inclusa la gestione dello stress, il miglioramento della concentrazione e la ricerca di un’esistenza equilibrata e significativa. Questi aforismi forniscono una base per sviluppare pratiche quotidiane che promuovono il benessere mentale, emotivo e spirituale.
In linea con questa visione, cercheremo di collegare ogni sutra a un momento di riflessione e a un’azione concreta che possa arricchire la nostra vita quotidiana.
Conclusioni
Gli Yoga Sutra di Patanjali costituiscono una guida fondamentale per chiunque desideri approfondire la pratica dello yoga, sia essa fisica o spirituale. Attraverso i loro insegnamenti, Patanjali ci invita a esplorare il nostro vero io e a comprendere il mondo che ci circonda, favorendo un’esistenza più armoniosa e realizzata. Questi aforismi non solo illuminano il cammino dello yogi, ma offrono anche un valido supporto per chi cerca di vivere una vita piena e significativa.
Termini in Sanscrito e “Paroloni”
- Darśana (darsana) – “Visione” o “punto di vista filosofico”; si riferisce a una delle sei scuole di pensiero indiane che offrono diverse prospettive sulla realtà e la spiritualità.
- Sāṃkhya (Samkhya) – Uno dei sei sistemi filosofici indiani ortodossi; un approccio dualistico che distingue tra purusha (spirito) e prakriti (materia), e fornisce una base teorica per altre filosofie e pratiche.
- Nyāya (Nyaya) – Sistema filosofico incentrato sulla logica e il ragionamento; si occupa di epistemologia e metodologia, analizzando come possiamo acquisire conoscenza e come giungere a conclusioni valide.
- Vaiśeṣika (Vaisesika) – Sistema filosofico che esplora la natura della realtà; si concentra sull’analisi degli oggetti e dei loro attributi, sostenendo un approccio atomistico alla comprensione dell’universo.
- Pūrva-Mīmāṃsā (Purva-Mimamsa) – Filosofia indiana che si concentra sull’interpretazione dei Veda; enfatizza i rituali e la pratica della dharma, sostenendo che il corretto adempimento dei rituali porta al progresso spirituale.
- Vedānta (Vedanta) – Scuola filosofica basata sulle Upaniṣad; esplora le questioni relative alla realtà ultima, al Sé e alla liberazione, ponendo un forte accento sulla meditazione e sull’intuizione.
- Āstika (Astika) – “Ortodosso,” si riferisce a coloro che riconoscono l’autorità dei Veda e le verità che ne derivano; accettano le scritture vediche come fonte di conoscenza.
- Nāstika (Nastika) – “Eterodosso,” indica coloro che non riconoscono l’autorità dei Veda; include scuole di pensiero come il Buddhismo e il Giainismo, che sviluppano proprie tradizioni e insegnamenti.
- Veda (Veda) – Testi sacri per l’induismo; comprendono inni, rituali e filosofi fondamentali, considerati la fonte suprema di saggezza e guida spirituale.
- Bhagavad Gita (Bhagavad Gita) – Testo sacro indù parte del Mahabharata; un dialogo tra Krishna e Arjuna che affronta questioni etiche, morali e spirituali, offrendo insegnamenti pratici sul dharma e la vita.
- Upaniṣad (Upanishad) – Parte finale dei Veda, testi di filosofia e spiritualità indiana; contengono riflessioni sul Sé, la meditazione e la natura della realtà, cercando di rivelare la verità ultima attraverso l’introspezione.
- Buddhismo – Sistema filosofico e religioso fondato da Siddhartha Gautama (il Buddha); enfatizza la pratica della meditazione, l’illuminazione e la liberazione dalla sofferenza attraverso le Quattro Nobili Verità e l’Ottuplice Sentiero.
- Giainismo – Religione e filosofia indiana che pone l’accento sulla non violenza (ahimsa), la verità e il rispetto per tutti gli esseri viventi; promuove una vita ascetica e il concetto di non attaccamento.
- Charvaka (Charvaka) – Scuola di pensiero materialista e scettica che rifiuta le scritture vediche e promuove l’idea che la realtà possa essere compresa solo attraverso l’esperienza sensoriale e il ragionamento empirico.
- Ajñana (Ajñana) – Scuola di pensiero che enfatizza l’ignoranza e l’incertezza come caratteristiche della condizione umana; spesso associata a una visione scettica riguardo alla conoscenza e alla verità assoluta.
- Satsang (Satsang) – “Associazione con la verità”; incontri di persone che si riuniscono per discutere e meditare su temi spirituali, favorendo la crescita personale.
- Mokṣa (Moksha) – “Liberazione”; stato di liberazione dal ciclo di nascita e morte (samsara) e unione con il divino, considerato l’obiettivo finale della vita spirituale.
- Saṃsāra (Samsara) – “Ciclo di nascita e rinascita”; il processo di vita, morte e rinascita visto come un percorso di sofferenza, da cui cercare la liberazione.