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Samadhi Pada • sutra 11

अनुभूतविषयासंप्रमोषः स्मृतिः ॥१.११॥ anubhūta-viṣaya-asaṁpramoṣaḥ smṛtiḥ ॥1.11॥
La memoria è la non dimenticanza degli oggetti percepiti.

Traduzione Parola per Parola

अनुभूत (anubhūta) – percepito, sperimentato, appreso
विषय (viṣaya) – oggetto, ambito sensoriale, oggetto della percezione, oggetto dei sensi, impressioni mentali
असंप्रमोषः (asaṁpramoṣaḥ) – non dimenticanza, non perdita, non lasciar andare
स्मृतिः (smṛtiḥ) – memoria, ricordare, consapevolezza

Commento
La memoria (smṛti) è l’ultima delle cinque vṛtti menzionate nel sutra 1.6. Come tutte le vṛtti, essa può essere sia un ostacolo sia un aiuto nel cammino dello yoga. Quando la memoria si limita a rievocare esperienze passate senza discernimento, rischia di intrappolare la mente in schemi ripetitivi, preconcetti che possono distorcere la percezione del presente e influenzare le azioni future. Per esempio una persona tradita in passato potrebbe ricordare quell’esperienza ogni volta che entra in una nuova relazione. Questo può generare diffidenza immotivata verso il partner attuale, anche in assenza di segnali concreti, distorcendo la percezione della relazione presente. Allo stesso modo una persona criticata duramente dal proprio capo in passato potrebbe rivivere continuamente quell’esperienza, sviluppando insicurezza o timore di esprimere idee nuove, anche in un contesto lavorativo diverso e più aperto.

In un contesto yogico la memoria non si limita al ricordo di eventi, ma la capacità di mantenere vivi gli insegnamenti, le esperienze di presenza e le intuizioni che emergono dalla pratica. Per questo motivo, smṛti assume un ruolo cruciale nel percorso verso la cessazione delle fluttuazioni della mente (citta vṛtti nirodhaḥ), poiché aiuta a consolidare la consapevolezza e a rafforzare il discernimento (viveka) e a evitare che la mente venga sopraffatta dalle distrazioni.

Attimi Consapevoli Quotidiani
Oggi, scegli un momento significativo della tua giornata in cui hai vissuto un’esperienza intensa o importante, sia essa emotiva, sensoriale o mentale. Potrebbe essere una conversazione, un momento di connessione profonda, un’esperienza in natura o anche un piccolo gesto che ha avuto un impatto su di te.

Prenditi qualche minuto per rievocare questo momento con la massima attenzione. Fai un esercizio di memoria dettagliata: cerca di ricordare i colori, i suoni, le sensazioni fisiche e qualsiasi emozione che hai provato in quel preciso istante. Senti come il tuo corpo reagisce mentre rievochi questa esperienza. Ritorna a quel momento, cercando di “riviverlo” senza cercare di modificarlo o giudicarlo.

Riflessione: Quali dettagli ti sono rimasti impressi? Come ti fanno sentire questi ricordi? Noti come, mentre ti immergi in questo ricordo, la tua attenzione si concentra completamente nel presente, ancorandoti alla realtà che stai vivendo? Questo esercizio ti aiuta a valorizzare ciò che conta davvero nella tua vita.

Ripeti questo esercizio almeno una volta al giorno, scegliendo un momento diverso ogni volta. All’inizio potrebbe sembrare difficile, ma con il tempo diventerà più facile. Questo ti permetterà di rafforzare la tua memoria e migliorare la capacità di vivere pienamente nel presente.
Ogni esperienza che vivi ha il potenziale di essere una risorsa di crescita e consapevolezza. La memoria non è solo una registrazione di eventi passati, ma una risorsa che può supportarti nel vivere più pienamente nel qui e ora.

Approfondimenti Dietro le Parole – Sapevi che… ?

Una memoria “Non Distratta”: La parola asaṁpramoṣaḥ (non perdita) suggerisce una memoria viva e consapevole, che non si lascia sfuggire l’essenza delle esperienze. Non è soltanto un ricordo statico, ma una capacità attiva di mantenere la consapevolezza degli oggetti percepiti nel tempo.

Un ponte tra Yoga e Buddhismo: Il concetto di smṛti è sorprendentemente vicino a sati nella tradizione buddista, che spesso viene tradotto come “presenza mentale”. Entrambe le tradizioni concordano sull’importanza della memoria per sostenere la pratica spirituale, sia come strumento di presenza mentale che per la ritenzione degli insegnamenti, utilizzati come guida per il discernimento (viveka).

Nelle tradizioni orali dell’India antica, la trasmissione degli insegnamenti avveniva prevalentemente attraverso la memorizzazione. Ancora oggi, questo approccio resta centrale in molte tradizioni, come nelle scuole buddiste tibetane, dove la memorizzazione dei testi precede la loro analisi logica attraverso il dibattito. Nessuno dibatte il significato di un testo con qualcuno che non non lo ha memorizzato. Questo processo dimostra come la memoria non sia solo un deposito di informazioni, ma una base essenziale per un apprendimento profondo e trasformativo.

Memoria Moderna: Nella società contemporanea siamo spesso portati a discutere o formulare opinioni su libri o argomenti che non abbiamo esplorato a fondo. Basta scorrere i social o le piattaforme video per imbattersi in contenuti che sintetizzano complessi argomenti in “10 cose da sapere” o video come “Ho provato a fare questo per una settimana“. Questi contenuti, seppur intriganti, spesso offrono una visione superficiale, che non consente di cogliere l’essenza profonda di ciò che viene trattato.

Viviamo in un’epoca in cui siamo sempre di corsa, desiderosi di ottenere tutto e subito: imparare rapidamente, formarsi opinioni immediate, passare velocemente alla prossima cosa. Questa tendenza ci porta a sacrificare l’approfondimento e l’interiorizzazione, aspetti fondamentali per una comprensione profonda e autentica.

Questo confronto ci invita a riflettere: cosa perdiamo nella nostra ricerca di velocità? L’approccio tradizionale ci ricorda che il rispetto per il contenuto, unito a un impegno costante e alla capacità di soffermarsi, sono essenziali per una comprensione autentica. Ritornare a un ritmo più lento e consapevole potrebbe aiutarci non solo a conoscere di più, ma soprattutto a essere di più.

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Samadhi Pada • sutra 11

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