Samadhi Pada • sutra 18
विरामप्रत्ययाभ्यासपूर्वः संस्कारशेषोऽन्यः ॥१.१८॥ virāma-pratyaya-abhyāsa-pūrvaḥ saṁskāra-śeṣo-‘nyaḥ॥1.18॥ |
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L’altro (asamprajñāta samādhi) è preceduto dalla pratica costante (abhyāsa) ed è caratterizzato dal permanere delle sole impressioni latenti (saṁskāra). |
Commento Nel sutra 1.17, Patañjali aveva introdotto il saṁprajñāta samādhi, uno stato di meditazione in cui la mente è stabilmente rivolta verso un oggetto. In questo sutra, presenta il livello successivo, l’asamprajñāta samādhi, in cui le fluttuazioni mentali si arrestano, ma rimangono i saṁskāra, le impronte mentali accumulate nel tempo. Se nel samādhi con supporto (saṁprajñāta) è ancora presente un oggetto di concentrazione, qui resta solo la traccia sottile delle esperienze passate. Dal punto di vista della pratica, questo sutra evidenzia come la cessazione delle modificazioni mentali non sia immediata, ma il frutto di una pratica costante (abhyāsa) nella ricerca della stabilità al di là delle modificazioni mentali. Anche quando la mente si svuota, i condizionamenti profondi non scompaiono istantaneamente. Per questo, la consapevolezza è essenziale affinché anche questi residui possano dissolversi. La cessazione (nirodhaḥ) non è un annullamento forzato, ma un lasciar andare graduale delle costruzioni mentali. ![]() Oggi, prova a sperimentare momenti di quiete mentale senza un oggetto specifico su cui concentrarti. Una condizione in cui la mente lascia andare ogni forma di supporto e dimora nella pura consapevolezza. Trova un momento nella giornata per sederti in silenzio, senza concentrarti su nulla in particolare. Non cercare di osservare il respiro o di ripetere un mantra. Semplicemente rimani presente, permettendo ai pensieri di sorgere e dissolversi senza trattenerli o respingerli. Se la mente si agita, accoglila con gentilezza. Il punto non è “svuotare” la mente con sforzo, ma lasciare che tutto si plachi naturalmente, come l’acqua di un lago che torna limpida quando smettiamo di agitarla. Riflessione Nota se emergono momenti spontanei di quiete durante la giornata. Forse mentre osservi il cielo, ascolti il silenzio o ti perdi in uno stato di presenza senza pensiero. Asaṁprajñāta samādhi non è qualcosa da “ottenere”, ma uno stato naturale che affiora quando lasciamo andare ogni sforzo. |
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