Surya Namaskara: Tutti Studenti, Tutti Insegnanti

Ogni gesto si ripete giorno dopo giorno — ma dentro di me, nulla resta immobile.
Le asana si fanno specchi, soglie da attraversare, silenziosi maestri da ascoltare.

Ogni mattina in shala, la pratica comincia sempre con il Sūrya Namaskāra – il Saluto al Sole.
Non importa che tu sia un praticante avanzato o che sia il tuo primo giorno sul tappetino.

Nel 2017, quando sono tornato a Mysore – con un mese d’anticipo sul previsto – avevo alle spalle qualche anno di pratica nella tradizione di Sharath, diversi corsi insegnanti (sia come studente che come insegnante) e una scuola yoga aperta a Goa insieme a degli amici indiani.

Praticavo la seconda serie fino a Kapotāsana… diciamo che che lavoravo su quella postura – una compagna bisbetica – già da qualche anno.

Non sono mai stato per cambiare insegnanti troppo spesso, per fare spiritual-shopping. Cambiare continuamente è come cercare l’acqua scavando pozzi poco profondi: appena non trovi nulla, ti sposti e ricominci altrove.

Ma quell’arrivo anticipato, quel tempo “in più”, mi fece decidere di provare qualcosa di nuovo: un’altra shala, un altro insegnante. E lì mi sono fermato fino ad oggi, ricominciando umilmente a farmi nuovamente assegnare un’asana dopo l’altra, come un principiante.

Non è stato sempre facile.

Per mesi mi sono aggrappato alle vecchie certezze: praticavo due versioni di Laghu Vajrāsana, quella a cui ero abituato prima… e quella nuova dopo.

Il cambiamento vero richiede molto più che tecnica: richiede fiducia.
Richiede resa.


Ogni giorno, però, c’è un punto fisso: il Sūrya Namaskāra, il Saluto al Sole.
Nessuna scorciatoia, nessuna distinzione: che tu sia al primo giorno o dopo vent’anni di pratica, si riparte sempre da lì.

Il Saluto al Sole è la grande livella.
Un gesto semplice che dice: qui siamo tutti allievi. E ci ricorda anche qualcosa di più profondo: che ogni giorno è un dono.

Che poter salire sul tappetino è un privilegio.
Che stiamo dedicando tempo a noi stessi.

Che possiamo essere grati per questa possibilità, anche quando è difficile.
Anche quando ci sentiamo fragili.
Anche – e soprattutto – quando ricominciamo da capo.

Non importa quanta strada abbiamo percorso: ogni giorno, per poter crescere, siamo invitati a ricominciare con semplicità.

A riprendere fiato.
A trovare forza proprio dove ci sentiamo più vulnerabili.


Om shanti, shanti, shanti.

Sii Radice Nella Terra, Sii Cielo Nel Cuore

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