Samadhi Pada • sutra 25
तत्र निरतिशयं सर्वज्ञबीजम् ॥१.२५॥ tatra niratiśayaṁ sarvajña-bījam ॥1.25॥ |
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Lì (in Īśvara) è l’impareggiabile (niratiśayam) fonte (bījam) di onniscienza (sarvajña). |
Commento Dopo aver presentato Īśvara come una coscienza speciale non toccata da afflizioni e karma (sutra 1.24), Patañjali prosegue delineandone un’altra qualità fondamentale: Īśvara è la fonte suprema di ogni conoscenza. Īśvara è come un seme (bījam) da cui germoglia una conoscenza che trascende i limiti della mente individuale con le sue illusioni. Nel contesto della pratica yogica, questo sutra invita il praticante a riconoscere Īśvara come il fondamento di una consapevolezza diretta, intuitiva e completa, che non dipende dall’esperienza sensoriale né dal ragionamento discorsivo. Meditare su Īśvara, come suggerito nel sutra 1.28, è un modo per entrare in contatto con questa conoscenza profonda, sempre presente, andando oltre la limitatezza dell’ego e unendoci con l’intero universo. Spesso, nel nostro desiderio di comprendere, rischiamo di cadere nella trappola dell’arroganza — per esempio, pensando che basti leggere un testo una volta per coglierne tutto il significato, magari anche senza il supporto di insegnanti. Ma la vera comprensione – quella che non si limita all’intelletto, ma che trasforma l’essere – richiede pazienza, umiltà e il riconoscimento che il cammino è lungo e che non possiamo fare a meno di una guida che ci aiuti a vedere ciò che ci sfugge. Anch’io, nel commentare gli Yoga Sūtra di Patañjali, sono consapevole dei miei limiti: so bene che la profondità di questi insegnamenti supera di gran lunga la mia comprensione attuale. Come ho scritto nell’Introduzione agli Yoga Sūtra, quello che stai leggendo è uno dei miei quaderni, che ho ripreso in mano come parte della mia pratica di svādhyāya (auto-riflessione, uno degli niyama), con la speranza che anche un piccolo frammento di chiarezza possa essere utile a chi legge. Come ogni pratica, anche lo studio di questi insegnamenti richiede dedizione costante, senza la pretesa di avere tutto sotto controllo. E proprio in questa umiltà risiede la vera forza del praticante. Ammettere di non sapere è forse il primo passo per accedere a quella conoscenza più vasta che — ci ricorda Patañjali — ha in Īśvara la sua origine. ![]() “Sono convinto che ormai a giro per il mondo, fra la gente più diversa, sta crescendo una nuova coscienza di che cosa è sbagliato e di che cosa va fatto. Questa nuova coscienza è, a mio parere, il grande bene del nostro tempo. Va coltivata. Da lì, da quella coscienza e non da una nuova religione, un nuovo profeta, un nuovo dittatore o liberatore, verrà la guida spirituale del futuro. La soluzione è dentro di noi, si tratta di conquistarla facendo ordine, buttando via tutto ciò che è inutile e arrivando al nocciolo di chi siamo.“ – Tiziano Terzani, Un Altro Giro di Giostra |
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